FRATTURE E LUSSAZIONI DELLA COLONNA VERTEBRALE NEL CANE E NEL GATTO
Il midollo spinale si trova all’interno del canale vertebrale, e’ costituito da un insieme di fibre nervose, che conducono tutti gli impulsi che controllano le diverse funzioni corporee
La distanza fra le pareti ossee del canale vertebrale e il midollo spinale varia nei diversi segmenti della colonna; in ogni caso lo spazio vuoto fra il midollo e le vertebre è sempre molto ridotto
Quando si verifica una lesione, la vicinanza del midollo spinale alle vertebre può causare problemi rilevanti.
In caso di frattura, i frammenti ossei sono molto vicini al midollo spinale.
L’edema, cioè il rigonfiamento del midollo spinale a seguito di trauma comprime i circuiti elettrici all’interno ,questo ’ e’ dovuto al fatto che il midollo corre in un canale rigido costituito dalle vertebre che impediscono al midollo di espandersi
Ogni movimento consentito alla colonna può provocare variazioni del diametro del canale vertebrale, ridurre lo spazio disponibile al midollo spinale e aumentare il rischio di lesione di quest’ultimo.
Importante in caso di trauma alla colonna immobilizzare l’animale ad una superfice rigida come una tavola fissandolo in decubito laterale (adagiato sul fianco) con delle fasce o del nastro adesivo per evitrare movimenti alla colonna che possono ledere il midollo
Una frattura vertebrale può causare lesione midollare in diversi modi.
Il midollo spinale può essere danneggiato in maniera permanente anche se una frattura non ne causa direttamente la sezione, che resta evento relativamente raro, dato che il midollo spinale è infatti protetto da una struttura consistente, la membrana meningea.
La maggior parte delle lesioni midollari è in realtà determinata dall’ipossia, che può essere secondaria a una lesione vascolare, a uno spasmo o a una compressione dei vasi arteriosi causata da edema del midollo spinale.
Il trauma, può provocare la rottura o lo spasmo delle arterie che irrorano il midollo, causandone l’ipossia, con conseguente malfunzionamento e infarto.
E, anche quando non si verifichino la rottura o lo spasmo dei vasi, la struttura rigida del canale vertebrale e la scarsa possibilità di espansione del midollo spinale fanno sì che il rigonfiamento post traumatico del midollo stesso possa causare compressione dei vasi, conseguente riduzione dell’apporto ematico, alcuni studi hanno dimostrato un’iniziale aumento del flusso ematico alla colonna vertebrale dopo un trauma.
Tuttavia, subito dopo, il flusso ematico diminuisce fino al 70/80% del valore normale.
Questo potrebbe essere il risultato dell’edema che riduce il flusso arterioso
È di importanza fondamentale puntualizzare che in qualsiasi lesione della colonna che non recide il midollo i segni e i sintomi neurologici possono non essere immediatamente presenti.
L’assenza di questi indicatori neurologici NON indica l’assenza di una lesione della colonna con o senza interessamento midollare.
L’assenza del dolore profondo e’ un indicatore della gravita’ della lesione ma avvolte l’assenza di questo stimolo e’ solo momentanea e in seguito ad una terapia antiedemigena ricompare il dolore profondo .Quindi prima di emettere un giudizio prognostico e’ sempre meglio attendere le 24 ore
La terapia delle fratture mira a consentire la formazione di un adeguato callo osseo. Pertanto le rime di frattura devono essere combacianti e tenute stabilmente in questa posizione. Quando le rime sono lontane, una dall’altra, si pratica la riduzione della frattura, ossia una manovra di avvicinamento e appattamento delle rime.
Per la stabilizzazione della frattura può essere sufficiente il riposo oppure saranno necessari dei mezzi di contenimento esterni (busti, fissatori esterni) o interni (placche, viti, fissatori interni). A questa seguirà, dopo alcuni mesi, una stabilizzazione biologica attraverso la formazione del callo osseo (fusione biologica
FRATTURA COLONNA RIPARATA CON PLACCA
FRATTURA L7
FRATTURA L7 CON CHIODI E METACRILATO(CEMENTO OSSEO)
Quando frammenti di frattura invadono il canale midollare o un canale radicolare e comprimono le strutture nervose sarà necessario praticare la decompressione del midollo spinale o delle radici allontanando chirurgicamente frammenti di osso o ematomi responsabili della compressione. Infine la ricostruzione della vertebra tende a restituire la naturale curvatura della colonna vertebrale ripristinando la naturale altezza del corpo vertebrale leso e, possibilmente, la sua naturale morfologia.
Lussazioni Vertebrali
La terapia delle lussazioni intervertebrali consiste nella riduzione dello spostamento tra le vertebre. Con questa manovra si ottiene quasi sempre, contestualmente, la decompressione del midollo e delle radici.
Segue la stabilizzazione che deve avvenire, abitualmente, utilizzando mezzi di sintesi interni e l’uso di innesti. Nelle lussazioni tra due vertebre, infatti, il danno è a carico dei ligamenti fibrosi, delle capsule articolari o del disco intervertebrale, che tengono insieme le vertebre. Dato che questi, dopo avere riportato una rottura, non guariscono più, è necessario unire stabilmente le vertebre tra di loro escludendo l’articolazione tra di esse. Questa unione, che è chiamata artrodesi, si ottiene utilizzando, al contempo,
• mezzi di fissazione interni (osteosintesi) che realizzano prontamente una stabilizzazione meccanica e
• l’innesto osseo che, dopo alcuni mesi, attecchisce alle vertebre che si vogliono unire realizzando un ponte osseo (fusione biologica). La fusione biologica è il vero obbiettivo finale dell’artodesi, perchè garantisce una stabilità dell’unione tra le vertebre.
Dopo una lesione spinale i circuiti elettrici devono riattivarsi questo richiede tempo mesi .
La terapia consiste nella riabilitazione motoria attraverso una fisioterapia mirata ed uso di prodotti rimielinizzanti e rivascolarizzanti il midollo spinale attraverso sedute di Mesoterapia , integrazione di Nutraceutici oltre ad prodotti omotossicologici .
La gestione di questi pazienti e’ particolarmente impegnativa e richiede tempo e dedizione l’importante e’ attendere e crederci , i risultati arrivano se il danno non e’ irreversibile
Dott Alessandro Prota
Neurologia Veterinaria
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