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LINFOMA INTESTINALE NEL GATTO

. È stata ipotizzato
che forme gravi di IBD possano trasformarsi in
l i n f o s a r c o m a

I segni clinici più comuni di IBD felina sono rappresentati
da diarrea, vomito, perdita di peso e anoressia
i Nella maggior parte dei soggetti, l’affezione
presenta andamento altalenante. Spesso, i gatti colpiti
vengono portati alla visita soltanto dopo che gli episodi
abbiano assunto carattere frequente o grave. L anamnesi
riferisce l’iniziale comparsa di vomito che raramente è
accompagnato da diarrea.
Alcuni gatti non manifestano alcun segno gastointestinale
specifico e vengono portati alla visita unicamente per la
perdita di peso
Manifestazioni quali vomito, perdita
di peso e diarrea acquosa spesso vengono attribuite a
patologie del tratto gastrointestinale superiore, mentre disturbi
quali ematochezia, feci mucoidi, tenesmo e aumentata
frequenza delle defecazioni spesso vengono imputati a
patologie del tratto gastrointestinale inferiore. Tuttavia, i
segni clinici non sono sempre specifici per la sede coinvolta.
È possibile che il vomito consegua a disturbi del piccolo
o del grosso intestino piuttosto che gastrici.

ESAME CLINICO
Nella maggior parte dei gatti, l’esito dell’esame clinico
rientra nella norma. Le anomalie più comuni comprendono
anse intestinali ispessite o ripiene di liquido e dimagrimento
generale. In caso di vomito o diarrea persistenti,
è possibile rilevare uno stato di disidratazioneTalvolta,
si riscontra la presenza di dolore addominale oppuredi alopecia inguinale.1,24
DIAGNOSI
La diagnosi di infiammazione intestinale viene formulata
per esclusione poiché sono parecchi i disordini in grado
di indurre uno stato di infiammazione gastrointestinale.
Altre patologie che occorre prendere in considerazione
comprendono infezioni intestinali sostenute da G i a rd i a ,
C a m p y l o b a c t e r, Salmonella, Helicobacter, infezioni virali
(sostenute dal virus della leucemia felina o da quello dell’immunodeficienza
felina), intolleranza
o allergia alimentare e neoplasie.1,5-7,23,27 Inoltre,
è necessario escludere la presenza di disordini metabolici
che provocano vomito e diarrea

Da un punto di vista clinico, gatti di età adulta che presentano anoressia, perdita di
peso, incremento degli enzimi epatici in congiunzione ad un rialzo anche minimo
dei linfociti LGL nel sangue dovrebbero essere sottoposti ad analisi accurate per escludere un linfoma LGL intestinale.
La diagnosi precisa di questo tipo di patologia richiede l’esame citologico sia delle lesioni intestinali che del sangue in quanto non è possibile evidenziare i granuli nei preparati istologici. Le caratteristiche morfologiche ed immunofenotipiche condivise dai linfociti intraepiteliali della mucosa intestinale (i linfociti della lamina propria non contengono granuli citoplasmatici) e dei linfomi LGL indicano che un’elevata percentuale di LGL felini origina dall’intestino tenue con una prevalenza per il digiuno e l’ileo.
Infiltrazione di cellule neoplastiche era presente nei linfonodi meseraici (in tutti i gatti) e nel fegato ed in frequenza decrescente in milza, reni e midollo osseo.
Questo contrasta con ciò che si verifica nel cane dove l’origine del linfoma LGL è prevalentemente splenica.
I linfomi FeLV indotti, sono generalmente “T-cell Linfomi”, associati ad linfomi multicentrici, linfomi mediastinici, del sistema nervoso e oculari. Quelli FIV associati sono generalmente “B cell Linfomi” e una presentazione clinica tipica non è stata individuata anche se il linfoma rinofaringeo sembra essere maggiormente rappresentato. Relativamente al linfoma FIV associato, la sua incidenza nella popolazione non sembra essersi modificata e questo sembra dovuto al fatto che ’infezione da FIV è enzootica e come tale non è stata influenzata dalla profilassi vaccinale.
Ad oggi per quanto i linfomi felini FIV e FeLV associati siano presenti, la maggiorparte dei linfomi diagnosticati nella partica clinica sono Non Associati a Retrovirus. Il linfoma Non Associato a Retrovirus è un B/T cell linfoma che solitamente coinvolge specifici organi. Tra questi ricordiamo, il linfoma intestinale, renale, quello oculare e meno frequentemente quello del sistema nervoso centrale.
Indipendentemente dall’ associazione virale o meno un lavoro americano evidenzia un sostanziale aumento dell’incidenza di linfomi nella specie felina e le spiegazioni possibili per questo aumento sono due. La prima di rifà all’amento delle aspettative di vita del gatto, e come si sa il linfoma è più comune in età adulto-anziana (età mediana 11 anni). La seconda ipotesi ritiene che questo aumento dei casi registrato sia da attribuire ad una maggiore propensione all’inclusione dei pazienti felini in protocolli terapeutici da parte dei proprietari favorendo indierattamente l’aumento dei casi osservati nei centri di ricerca.
Il linfoma Non Associato a Retrovirus è stato associato a specifiche localizzazioni anatomiche. Per esempio il linfoma intestinale e quello nasofaringeo risultano più frequenti rispetto alla forma multicentrica e mediastinica .la diffusione di casi di linfoma intestinale e spiegata dall’aumentato riscontro nella pratica clinica delle enterocoliti linfo-plasmacitiche a loro volta conseguenti al sostanziale cambio di dieta proposto per alimentazione felina. L’ipotesi di un’associazione tra flogosi cronica e linfoma è stata proposta nella specie felina in cui alcuni tipi di linfomi d’organo si sviluppano in strutture notoriamente colpite precedentemente da flogosi croniche come per esempio il tratto gastroenterico.Tuttavia e doveroso sottolineare che le cause sottostanti all’insorgenza di linfomi felini Non Associati a Retrovirus non sono ad oggi completamente conosciute, anche se una associazione è stata proposta tra il linfoma e l’esposizione a fumo passivo da tabacco.
In questo studio infine viene inoltre riconfermata l’associazione tra la razza siamese e linfoma. In particolare lo studio osserva lo sviluppo di linfomi mediastinici in gatti giovani (età media 2 anni) di razza siamese, o incroci con questa razza. La predisposizione genetica è stata proposta anche se i meccanismi insiti in questa razza a sviluppare questa specifica forma di linfoma siano ad oggi sconosciuti.
Concludendo i dati epidemiologici tipici del linfoma felino posso essere cosi riassunti: sono generalmente non associati a retrovirus (in particolare FeLV) colpiscono gatti anziani quando sono a carico del tratto alimentare e nasofaringeo in particolare, mentre nel gatto giovane sono generlamente mediastinici e associati alla razza siamese o ai suoi incroci.
La stadiazione può essere sia clinica che patologica. Entrambe consentono di descrivere la neoplasia al momento della sua manifestazione clinica consentendoci di sapere ancor prima di trattare l’estesione della stessa e le sue peculiarità anatomopatologiche.
Ovviamente il processo di stadiazione può essere formulato dopo che una diagnosi di certezza di linfoma è stata ottenuta sia mediante citologia e/o istologia e ove possibile con l’uso di tecniche più sofisticate come la citofluorimetria a flusso e la Polymerase Chain Reaction.
La stadiazione clinica dovrà individuare le sedi anatatomiche a distanza eventualmente coinvolte dal linfoma “primitivo” già diagnosticato che in assenza di precisi segni esintomi si riferisce sempre alla valutazione citologica di milza, fegato, linfonodi, sangue e midollo osseo indipendentemente dalla localizzazione anatomica di insorgenza del linfoma precedentemente diagnosticato. Gli stadi clinici descritti per il linfoma felino come quello canino sono 5 e vanno sempre eseguiti prelievi ecoguidati di milza e fegato per escludere il IV STADIO e il sangue e il midollo osseo per escludere il V STADIO.

Affermazioni derivanti dalla mia pratica professionale

Tumori nel gatto

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Alessandro Prota Medico Veterinario © 2019 - PI 07608230632 - CF PRTLSN61S14F839A | Credits: A5studio

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